Le avventure del Ragazzo Cane e del Commodoro Wilkinson

La tranquilla vita del Ragazzo Cane è stata sconvolta dall'incontro con il Commodoro Wilkinson. E' il momento di rivedere le sue priorità e di decidere cosa fare della sua esistenza. Grazie ad un potente distillato, il Ragazzo Cane entrerà in un trip che gli indicherà la via.

What is Le avventure del Ragazzo Cane e del Commodoro Wilkinson?

Avventure per il mondo alla ricerca di alcolici incredibili. Una storia di amicizia e passione.

La svolta
Narratore (N): Dopo lo strano incontro in sogno con Cicciolina, il Ragazzo Cane riflette sulla sua carriera lavorativa nel negozio di ferramenta del padre. Da un lato un’attività onesta, sicura e tramandabile di generazione in generazione. Dall’altra l’esplorazione, il mare, la Topa, i seni e qualche nuovo alcolico ancora tutto da scoprire.
I dubbi sono molti, le ansie pure, non resta che chieder consiglio al saggio Commodoro Wilkinson sul da farsi.

Commodoro Wilkinson (CW): Per tutte le calate della storia dei pirati, come mai quel brutto broncio Ragazzo cane? Cosa ti turba, sei ancora scosso dalla porno star che ti è apparsa in sogno?

Ragazzo cane (RC): No Commodoro, non si tratta di lei…

CW: E allora cosa ti tedia Ragazzo sedia? Vuoi farti un goccio di Froggy Grog forse?

RC: Possibile che tu riesca ad affogare i tuoi problemi sempre e solo nell’alcol? In ogni caso…di che si tratta?

CW: Adesso ti riconosco, Cane di un Ragazzo! Vedi tanto tempo fa, avevo più o meno la tua età, ero solito leccare il dorso delle rane in cerca di avventure allucinogene avanguardistiche. Non ero solo, c’era sempre il mio bracconiere di fiducia, tale Eugene Palle Fiacche.

RC: Posso immaginare il perché di questo soprannome…

CW: Miscredente! Stai sempre e solo con la testa fuori e gli occhi sui meloni. Non è come pensi, Palle Fiacche fu battezzato così ai tempi delle elementari soltanto perché era una frana in ogni sport che prevedesse l’utilizzo di corpi rotondi. Sebbene fosse molto portato per l’atletica, specialmente per il salto triplo. Ma questa è un’altra storia…

RC: Dunque, questo Froggy Grog?!

CW: Ah si, che vecchiaccio che sono! Ebbene durante un’allucinazione ci venne la brillante idea di provare ad estrarre dal lucido manto delle rane Bufo la derivata bufotenina e di mescolarla a cucchiaiate ben assestate nelle vecchie botti di rhum di mio padre…maledetto…l’unica cosa che mi ha lasciato è stato il suo rhum e qualche vecchia spilla arrugginita.

RC: è proprio questo il punto, vecchio…il ferramenta, la mia famiglia…

CW: Hai forse paura di diventare grande, ragazzo?

RC: Non si tratta di questo. Io non vedo l’ora di diventare grande, di esplorare il mondo, di avere talmente tanto storie da raccontare da non avere neanche abbastanza gente attorno a me che vogliano ascoltarle.

CW: E quindi Cane, arriva al punto per tutti gli abbordaggi di corsari!!!

RC: Voglio andarmene via di casa ma non ho il coraggio di farlo.

CW: Lurido pisciasotto! Io alla tua età…

RC: Si lo so, alla mia età fumavi le foglie secche di magnolia che trovavi sull’asfalto.
Il punto è che mio padre conta su di me, vuole che io porti avanti il ferramenta di famiglia e fino a poco tempo fa lo volevo anche io. Non avendo altre prospettive avevo imparato a farmi andare bene anche questa vita.
Ma da quando ho conosciuto te e le tue avventure non sono più stato sicuro di niente, figuriamoci del ferramenta.
(beve) Ma vecchio, cosa mi hai messo nel bicchiere d’acqua? Non mi sento più le mani…

N: In preda all’alcool e senza sapere come gestire la situazione non avendo mai fatto il padre, il Commodoro Wilkinson aveva versato alcune gocce di Froggy Grog nel bicchiere del giovane. Il Ragazzo sentì la testa sempre più pesante. Aveva le pupille dilatate come gli occhi di una foca monaca. Sudava da poterci riempire nuovamente il bicchiere. L’eloquio era confuso, ma le sensazioni, piuttosto nitide. Il Commodoro era convinto che la verità si sarebbe trovata sul fondo di quel bicchiere.

RC: Buongiorno Garrison, di cosa hai bisogno oggi? Mi sono arrivate delle barre filettate da capogiro sai? Vedrai che i tuoi operai svogliati non si lamenteranno più…
Come dici? La ciurma si lamenta della scarsità delle provviste? Come diavolo è possibile, hai controllato nei gavoni a poppa? Ho caricato ieri due botti di Liquore della Nerchia, un potente distillato a base di radici di peli pubici, bacche di goji ed escrementi di ricci di mare.
Basta papà, ho chiuso con te! Esci dalla mia testa, aiutoooo!

N: Il Commodoro capì che il trip che stava vivendo il Ragazzo Cane era una tappa necessaria per farlo arrivare alla consapevolezza. Così si avvicinò al Ragazzo sudaticcio con la bocca spalancata e versò ancora qualche goccia di Froggy Grog, questa volta puro e senza averlo diluito.

RC: Wow… sto volando, sento il vento sulla pelle e il tra i capelli. E sempre stato il mio desiderio. (rumore di vento) Eccola laggiù, sembra lei.

N: Il desiderio più ardente del Ragazzo Cane finalmente poté avverarsi e in un baleno la vide, esattamente come se l’era sempre immaginata: L’Isola di Luminara.

RC: Finalmente l’ho trovata, l’Isola di Luminara! Soltanto nelle notti più buie queste terre misteriose emergono dall’oscurità degli oceani. Ed è esattamente come la immaginavo dai manoscritti: foreste che brillano di luce propria, soffioni che fluttuano in aria ed illuminano la volta celeste.

N: Ecco che dal buio si fa avanti una donna bellissima. Gli occhi di un verde smeraldo, i capelli di un biondo dorato incorniciano il viso dalla forma perfetta e le labbra rosse e carnose che invitano a perdere i sensi.

Elara (EL): Cosa ti porta in queste terre desolate bizzarro Ragazzo?

RC: E tu chi saresti?

EL: Sono Elara, custode eterea della Luce dell’Isola di Luminara. Mostrami la natura del tuo cuore o morirai!

RC: Ehi aspetta, aspetta. Ti prego Elara, ascoltami. Sono il Ragazzo Cane e voglio soltanto esplorare il mondo in cerca di avventure. Ho letto tutti i manoscritti sull’Isola di Luminara e grazie ad essi, volando, sono riuscito ad arrivare al tuo cospetto…

EL: Ti riferisci forse alle profezie di Noxar il custode del pene di argilla?

RC: Esatto, ma come fai a saperlo?

EL: Allora il momento è giunto. Avanti, mostrami la natura del tuo cuore.

N: Senza che il Ragazzo potesse far nulla, Elara appoggiò la sua calda radiosa mano sul petto appena tosato del giovane corsaro. Il Ragazzo Cane fu avvolto da un insieme di fasci di luce caldi che curarono in un istante tutte le piccole ferite che il ragazzo si era procurato nel corso degli ultimi mesi. Elara, colpita dalla purezza d’animo del giovine che altro non voleva fuor che scoprire il mondo, capì che il Ragazzo era il Prescelto, sorrise dolcemente lo baciò profondamente e senza dare spiegazioni pronunciò le parole della profezia di Noxar.

EL: Quando l'oscurità minaccerà di inghiottire Luminara, un Custode della Luce dovrà trovare il Cuore dell'Isola e risvegliarne la forza per salvare il suo popolo. Soltanto il potere di un animo puro potrà difendere l’isola e tutto il suo popolo dalla minaccia di Noxar, stregone della notte.
Affido dunque a te Ragazzo Cane il compito di succedermi a custodia dell’isola.

RC: Ehi aspetta Elara, ti ringrazio, mi lusinghi molto. Ma non mi conosci neanche, come fai a sapere che sono io il Prescelto?

N: Avvolto dai dubbi e investito di luce purissima, il Ragazzo non fece in tempo a chiarire i suoi dubbi che subito fu travolto dalla realtà. L’effetto del Froggy Grog era finito, complice la sesta secchiata d’acqua gelida versata dal Commodoro con veemenza direttamente in faccia. Il Commodoro, giusto per provarle tutte, aveva anche recuperato l’argenteria di famiglia ed in particolare il cucchiaio da insalata, per riflettere nell’iride assente del Ragazzo quanti più raggi solari possibili. Avrebbe rischiato la cecità permanente, ma quantomeno non sarebbe morto!
Il Ragazzo, a fatica, rinvenne.

CW: Ragazzo Cane! Ragazzo Cane! Torna in te, ragazzo!

RC: ELARA! Non sono pronto!

CW: Elara? Chi sarebbe? Che fandonie vai dicendo Ragazzo, possibile che pensi sempre e solo alla passera? Per tutti i cannoni di Barbaccia, stai bene Ragazzo? Stai lacrimando.

RC: Si Commodoro, finalmente ho visto la luce! Ho capito quale sarà il mio futuro. Vedi vecchio, il passato è come un’ancora arrugginita. Se ci leghiamo ad esso, rimarremo intrappolati in un porto stagnante, mentre il mondo là fuori continua a girare e girare come un vortice di possibilità infinite.
Le rondelle al contrario sono come un’ancora ancora da gettare. Se ci leghiamo ad esse, possiamo finalmente abbracciare il nostro destino, unendoci in un unico grande ingranaggio in grado di fissare il meccanismo.

CW: Non ti seguo Ragazzo Immondo…

RC: Fammi finire. Con oggi voglio lasciare quell’ancora arrugginita in fondo al mare ma voglio anche portare con me una scatola di rondelle di mio padre. Perché so da dove vengo ma non so dove andrò. Io voglio l’avventura, voglio perdermi nel mare, voglio bere fino a ricordare i miei antenati, voglio ballare fino ad imparare davvero a farlo.
Perché partire è vivere, e vivere è lasciare che il passato si dissolva come la scia di una nave sul mare. Avanti, verso l’infinito e oltre! Yo ho ho!

CW: Non ci ho capito un cazzo Ragazzo Immondo, ma tant’è!

N: All’indomani il Ragazzo Cane fece tappa dal padre che da tempo aveva odorato che l’istinto del figlio lo avrebbe portato lontano da lui. Col volto ricoperto da lacrime di consapevolezza lo abbracciò, lasciandogli in dono una scatola di rondelle ed una di anelli di tenuta. Gli disse che anche quest’ultimi erano fondamentali nel viaggio, perché lo avrebbero protetto dall’acqua, dalla polvere, dal fango e dalle altre intemperie.
Il giovane commosso rivolse lo sguardo verso l’alto per salutare la madre che per circostanze ignote non aveva mai conosciuto e si diresse dal Commodoro per affrontare il viaggio. Il vecchio, per il puro gusto di dire ancora una volta la sua, gli lasciò in eredità un’altra massima.

CW: Ricorda scimmietta urlatrice: quando le tartarughe del destino canteranno alla luna saprai che è ora di raccogliere i sogni nei tuoi cestini di sabbia.