L'Opera

Gioacchino Rossini –L’Italiana in Algeri
Personaggi e Interpreti
Isabella – Agnes Baltsa
Mustafà – Ferruccio Furlanetto
Elvira – Victoria Loukianetz
Zulma – Waltraud Winsauer
Haly – Georg Tichy
Lindoro – William Matteuzzi
Taddeo – Renato Girolami
Orchestra dell’Opera di Stato di Vienna
Bruno Campanella, direttore

Show Notes

A cura di Paolo Pellegrini

Gioacchino Rossini L’Italiana in Algeri
Personaggi e Interpreti
IsabellaAgnes Baltsa
MustafàFerruccio Furlanetto
ElviraVictoria Loukianetz
ZulmaWaltraud Winsauer
HalyGeorg Tichy
LindoroWilliam Matteuzzi
TaddeoRenato Girolami
Orchestra dell’Opera di Stato di Vienna
Bruno Campanella, direttore

ATTO PRIMO
Il Bey di Algeri, Mustafà, annoiato dalla fedeltà docile e remissiva delle donne del suo paese, è pronto a calpestare leggi e costumi per un capriccio: ottenere i favori di una femmina indomita e di ardua conquista. E se è vero quanto ha sentito narrare da Lindoro, un marinaio italiano caduto tre mesi prima in schiavitù, la donna dei suoi sogni non può che essere, appunto, italiana. Non esita perciò a ripudiare la moglie Elvira, che inutilmente e con dolorosa rassegnazione protesta per il suo amore non corrisposto: Mustafà la offre in sposa a Lindoro, i cui pensieri sono tuttavia teneramente occupati da un amore lasciato in patria. Ordina poi ad Haly, capo dei suoi corsari, di procurargli senza meno un bell’esemplare di femmina italiana entro sei giorni (e il palo punirà un eventuale insuccesso). Lindoro, sebbene per nulla entusiasta della proposta di farsi carico del bel volto e del bel cuore di Elvira, nonostante la cospicua dote che li accompagna, sembra davvero costretto a sottomettersi al volere di Mustafà.

La burrasca fa naufragare un vascello sulla spiaggia di Algeri. Haly, con i suoi corsari, fa preda delle merci e cattura i passeggeri imbarcati. Tra di loro c’è la triste ma splendida Isabella, l’innamorata di Lindoro partita da Livorno alla sua ricerca insieme a Taddeo, suo innamorato cavalier servente. Haly scorge immediatamente in lei la felice soluzione del suo problema: la bella italiana corrisponde appieno ai requisiti espressi da Mustafà per la nuova favorita del suo serraglio. Nel conoscere il destino che la attende, Isabella non si perde d’animo, ma si destreggia disinvoltamente tra le allarmanti parole di Haly e gli smarrimenti amorosi di Taddeo. Per dominare gli eventi, non le mancano certo il coraggio né le armi della più squisita seduzione femminile: innanzitutto, convince Taddeo a fingersi suo zio, per proteggerla. Frattanto, Mustafà sta offrendo a Lindoro la possibilità di ritornare in patria con una nave veneziana purché conduca con sé Elvira; lo interrompe Haly, raggiante per la bella notizia che reca al suo padrone. Mustafà, entusiasta, si fa prendere dalla frenesia: ordina di affrettare la partenza della moglie e di accogliere col massimo fasto l’ospite bramata, proponendosi tuttavia di trattarla con l’atteggiamento distaccato di chi sa bene come avvilire l’orgoglio femminile.

Elvira desidera congedarsi dal marito con un ultimo addio, né può consolarla la facile messe di mariti e di amanti italiani che Lindoro, ansioso di partire, le prospetta. Nella più ricca sala del suo palazzo, Mustafà riceve Isabella. Maestra di dissimulazione, con la sua seducente sicurezza essa riesce a colpirlo direttamente al cuore. Ottiene così, innanzitutto, che Taddeo, altrimenti destinato al palo, abbia salva la vita. Poi, quando Elvira e Lindoro si presentano per l’addio a Mustafà, Isabella ritrova insperatamente il suo amato. I due, senza tradirsi, si riconoscono all’istante tra lo sconcerto dei presenti, che ne avvertono il reciproco, inconfessabile stupore. Isabella, appreso il destino dei nuovi arrivati, interviene perentoria sul Bey: che abbandoni pure ogni idea di conquistarla, prima di aver rinunciato ai suoi costumi barbari. Si astenga dunque dal congedare la moglie e ponga lo schiavo Lindoro al suo diretto e immediato servizio. Irretito nelle maglie d’amore, Mustafà non può che cedere ancora, mentre tutti appaiono frastornati dal succedersi in lui di mutamenti tanto repentini.

ATTO SECONDO
Mentre Elvira, Zulma ed Haly commentano la scaltrezza di cui Isabella ha dato prova nel raggirare a suo piacimento Mustafà, questi compare per chiedere alle due donne di annunciare all’Italiana una sua visita. Incredulo verso chi lo mette in guardia dalle dolci menzogne di Isabella, Mustafà è sicuro di poterla conquistare facendo leva sulla sua ambizione e con l’aiuto del supposto zio. Intanto, Isabella si incontra con Lindoro: accertato il disinteresse di lui per Elvira, gli espone l’idea di una fuga con la stessa nave che avrebbe dovuto condurre l’amato in Italia insieme alla moglie ripudiata del Bey, e rinvia ad un successivo appuntamento in un boschetto la spiegazione dei dettagli. Nel frattempo, per compiacere ad Isabella ed insieme ottenere l’appoggio di Taddeo nell’opera di conquista della presunta nipote, Mustafà concede il titolo di «Gran Kaimakan» a Taddeo, che viene perciò abbigliato come si conviene ad un luogotenente musulmano. L’anima semplice non si trova davvero a suo agio nelle vesti e nel ruolo che Mustafà gli impone; tuttavia, non può che far buon viso a cattivo gioco e rassegnarsi al pensiero di abbandonare nelle braccia di un altro l’amata, da cui si ritiene felicemente corrisposto.

Isabella, nei suoi appartamenti, riceve da Elvira l’annuncio dell’imminente visita di Mustafà; fingendosi sconcertata, istruisce la moglie del Bey sull’arte di trattare gli uomini per assoggettarli al proprio volere. Intanto, mentre attende pieno d’ardore l’incontro con la bella straniera, Mustafà prende accordi con Taddeo-Kaimakan perché, dopo i convenevoli, egli si allontani discretamente al segnale di uno starnuto. Ma ai ripetuti «eccì» di Mustafà, Taddeo finge di non intendere: Isabella e Lindoro ridono assieme della burla, mentre il Bey, costretto a trattare con il dovuto riguardo Elvira, come impone Isabella, inutilmente freme e protesta, sentendosi canzonato. Il compiacimento per il giusto scorno di Mustafà è generale e coinvolge persino il fedelissimo Haly.

Ottenuto l’appoggio dell’ignaro Taddeo, Lindoro mette in opera un’ulteriore burla a spese di Mustafà, comunicandogli che anche Isabella spasima d’amore per lui e per questo desidera elevarlo alla dignità di suo «Pappataci», titolo concesso in Italia solo agli amanti esemplari, cui il bel sesso non viene mai a noia e che perciò altro non fanno se non dormire, mangiare e bere fra carezze ed amori. Intanto Zulma, schiava di Elvira, commenta con Haly le astuzie di Isabella, che per preparare la festa al Bey ha fatto distribuire numerose bottiglie a tutti i Mori della guardia e agli Eunuchi. E Lindoro spiega a Taddeo che Isabella intende favorire la fuga di tutti gli Italiani prigionieri del Bey. Alcuni saranno perciò abbigliati da Pappataci, così da rendere verosimile la cerimonia in onore di Mustafà. Altri sopraggiungono in quel momento, pronti a tutto per riconquistare la libertà, e Isabella infiamma con calde parole lo spirito patriottico di tutti i presenti.

Si dà infine principio alla cerimonia: un coro di Pappataci avanza, e veste Mustafà con gli abiti e la parrucca che convengono al grado eletto della carica appena conferitagli da Isabella. Il rito d’iniziazione prevede un giuramento solenne di totale immobilità e silenzio: il nuovo Pappataci dovrà solo mangiare, bere e tacere, qualunque cosa accada attorno a lui. E Isabella mette subito alla prova il candidato, scambiando parole d’amore con Lindoro mentre il Bey, sotto l’occhio vigile di Taddeo, si abbuffa a capo chino. Ed ecco che arriva il vascello della salvezza: Isabella invita Lindoro a seguirla per salpare insieme, a coronare i sogni d’amore e di patria; Taddeo solo ora capisce di esser stato anch’egli burlato, di non essere lui il beneamato di Isabella. Cerca allora di scuotere Pappataci dal torpore, rivelandogli il tradimento da entrambi subìto. Ma Mustafà ha imparato troppo bene la lezione per non mostrare la più imperturbabile indifferenza alle parole di Taddeo, a cui non rimane che scegliere fra il palo, che senza meno lo attende se rimarrà in Algeri, e la prospettiva di uno spiacevole ruolo di reggimoccolo sulla nave che lo ricondurrà in Italia insieme a Lindoro e Isabella. Saggiamente, il cicisbeo deluso opta per la seconda soluzione. E quando finalmente Elvira, Zulma ed Haly riescono a scuotere Mustafà dall’indolenza, l’ordine d’allarme gridato ad Eunuchi e Mori si rivela inefficace: grazie alla previdenza di Isabella, sono tutti quanti ubriachi. Al povero Bey non resta che farsi perdonare dalla fedele sposa, già pronta ad accoglierlo a braccia aperte.

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Curated by Paolo Pellegrini

Gioacchino Rossini - The Italian in Algiers
Characters and Performers
Isabella - Agnes Baltsa
Mustafà - Ferruccio Furlanetto
Elvira - Victoria Loukianetz
Zulma - Waltraud Winsauer
Haly - Georg Tichy
Lindoro - William Matteuzzi
Taddeo - Renato Girolami
Vienna State Opera Orchestra
Bruno Campanella, director

ACT ONE
The Bey of Algiers, Mustafà, bored by the docile and submissive fidelity of the women of his country, is ready to trample on laws and customs on a whim: to obtain the favors of an indomitable female of arduous conquest. And if it is true what he heard from Lindoro, an Italian sailor who fell into slavery three months earlier, the woman of his dreams of him can only be, in fact, Italian. He therefore does not hesitate to repudiate his wife Elvira, who uselessly and with painful resignation protests her unrequited love for her: Mustafà offers her in marriage to Lindoro, whose thoughts are nevertheless tenderly occupied by a love left in his homeland. . He then orders Haly, the leader of his privateers, to get him without fail a beautiful specimen of an Italian female within six days (and the stake will punish any failure). Lindoro, although not at all enthusiastic about the proposal to take charge of Elvira's beautiful face and beautiful heart, despite the conspicuous dowry that accompanies them, seems really forced to submit to the will of Mustafà.

The storm causes a ship to be wrecked on the beach of Algiers. Haly, with his pirates, preys on the goods and captures the passengers on board. Among them is the sad but splendid Isabella, in love with Lindoro who left Livorno in search of her together with Taddeo, who was in love with her cavalier servant of her. Haly immediately sees in her the happy solution of her problem: the beautiful Italian fully corresponds to the requirements expressed by Mustafà for the new favorite of her menagerie. In knowing the fate of her that awaits her, Isabella does not lose heart, but she juggles easily between Haly's alarming words and Taddeo's amorous bewilderment. To dominate events, she certainly does not lack the courage or the weapons of her most exquisite feminine seduction: first of all, she convinces Taddeo to pretend to be her uncle, to protect her. Meanwhile, Mustafà is offering Lindoro the possibility of returning to his homeland on a Venetian ship as long as he takes Elvira with him; Haly interrupts him, beaming at the good news it brings to his master. Mustafa, enthusiastic, gets caught up in a frenzy: he orders his wife's departure to be hastened and to welcome the coveted guest with the utmost pomp, nevertheless proposing to treat her with the detached attitude of one who knows well how to demean female pride.

Elvira wishes to take leave of her husband with a final farewell, nor can she console her for the easy harvest of Italian husbands and lovers that Lindoro, eager to leave, offers her. In the richest room of his palace, Mustafà receives Isabella. Master of dissimulation, with her seductive confidence she manages to strike him directly in her heart. In this way she obtains, first of all, that Taddeo, otherwise destined for the stake, has his life saved. Then, when Elvira and Lindoro show up for Mustafà's farewell, Isabella unexpectedly finds her loved one again. The two, without betraying each other, instantly recognize each other amidst the bewilderment of those present, who feel their mutual, unspeakable amazement. Isabella, having learned the fate of the new arrivals, peremptorily intervenes on her Bey: may he abandon any idea of ​​conquering her, before having renounced her barbaric customs. Therefore you refrain from dismissing your wife and place the slave Lindoro in direct and immediate service to him. Entangled in the mesh of love, Mustafà can only give in again, while everyone appears bewildered by the succession of such sudden changes in him.

SECOND ACT
While Elvira, Zulma and Haly comment on Isabella's shrewdness in deceiving Mustafà at will, he appears to ask the two women to announce a visit from him to the Italian. Incredulous of those who warn him of Isabella's sweet lies, Mustafà is sure he can conquer her by leveraging her ambition and with the help of her supposed uncle. Meanwhile, Isabella meets Lindoro: having ascertained his lack of interest in Elvira, she exposes him the idea of ​​an escape with the same ship that should have led her beloved to Italy together with the Bey's repudiated wife, and postpones to a subsequent appointment. in a grove the explanation of the details. In the meantime, to please Isabella and at the same time obtain the support of Taddeo in the work of conquering his alleged nephew, Mustafà grants the title of "Great Kaimakan" to Taddeo, who is therefore dressed as befits a Muslim lieutenant. The simple soul is not really at ease in the clothes and role that Mustafà imposes on him; however, he can only make the best of a bad situation and resign himself to the thought of abandoning himself in the arms of another